IL BILANCIO D'ESERCIZIO DELLE SOCIETA' DI CALCIO
Premesse necessarie per comprenderne il funzionamento
Nel corso degli anni, il calcio ha incrementato di gran lunga la sua popolarità diventando un’industria sempre più rilevante e muovendo ingenti quantità di denaro e capitali. Per questo i suoi enti regolamentari hanno avuto bisogno di inquadrare le problematiche amministrative e inserire delle norme di controllo al fine di disciplinare la forma associativa delle squadre professionistiche in forme societarie.
A partire dal 1966 il Consiglio Nazionale della F.I.G.C. ha emesso una serie di normative che hanno avvicinato la forma e gli obblighi delle società di calcio a quelli relativi alle imprese, pur mantenendone le peculiarità caratteristiche delle società sportive.
La redazione del bilancio delle società di calcio professionistiche presenta le seguenti peculiarità distintive:
Per quanto riguarda le fonti normative, oltre a quelle delle società in generale, esistono le Norme Organizzative Interne della Federcalcio (N.O.I.F.), il Piano dei conti unificato e le Raccomandazioni Contabili predisposti dalla F.I.G.C., le quali obbligano di derogare ad alcuni principi generali contenuti nel Codice Civile in tema di redazione. Ai sensi dell’art. 84 del N.O.I.F., la contabilità deve essere tenuta dalle società in osservanza delle norme di legge e utilizzando esclusivamente il piano dei conti approvato dalla F.I.G.C. Le società calcistiche hanno l’obbligo di deposito dei bilanci e delle relazioni societarie.
La composizione del bilancio deve includere lo Stato Patrimoniale, il Conto Economico, il Rendiconto Finanziario e la Nota Integrativa, come avviene per le imprese: tuttavia presentano degli schemi di bilancio, piano dei conti differenti. Una delle differenze più rilevanti riguarda il periodo amministrativo, che si differenzia rispetto a quello delle imprese (che solitamente coincide con l’anno solare, dal 1° gennaio al 31 dicembre) in quanto coincide con la stagione agonistica, ovvero dal 1° luglio al 30 giugno dell’anno successivo.
Per quanto riguarda lo Stato Patrimoniale, si riportano le principali voci tipiche che caratterizzano una società di calcio professionistica, ovvero quelle relative all’attivo:
- Attivo
Immobilizzazioni immateriali (diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori, concessioni, licenze, marchi)
Immobilizzazioni materiali (stadio, strutture, terreni, impianti, macchinari di proprietà)
Per quanto riguarda il Conto Economico, si riportano le principali voci tipiche del valore e dei costi della produzione, che distinguono una società di calcio:
- Valore della produzione
Incassi da stadio (biglietti e abbonamenti)
Diritti televisivi
Incassi dagli sponsor
Incassi dalle pubblicità
Merchandising
Player trading attivo (plusvalenze da cessione a titolo definitivo dei calciatori, ricavi dalla cessione in prestito dei calciatori)
- Costi della produzione
Costo del personale (ingaggi giocatori e stipendi personale dipendente)
Spese varie (trasferte, trasporti, catering, talent scouting, settore giovanile, ecc. ecc.)
Affitto stadio e strutture sportive (se non di proprietà)
Marketing e pubblicità
Player trading passivo (minusvalenze da cessione a titolo definitivo dei calciatori, costi dall’acquisto in prestito dei calciatori)
Ammortamento calciatori
A differenza delle imprese, le società di calcio professionistiche basano gran parte dei loro introiti in relazione degli incassi da botteghino, merchandising, diritti televisivi, che in Italia impattano solitamente per metà del fatturato. Tema molto importante quello delle plusvalenze relative alla gestione della proprietà dei calciatori, espediente che molto spesso viene utilizzato per gonfiare i conti di bilancio a seconda delle singole esigenze: la voce player trading costituisce la vera specificità nel bilancio di una società di calcio professionistica, dato che è relativa alla corretta contabilizzazione di un calciatore e il conseguente ammortamento in bilancio; il costo annuale di un calciatore è dato dal suo stipendio più l’ammortamento del suo cartellino e per questo motivo il ricavo derivante dalla cessione a titolo definitiva deve essere riferita rispetto a tale importo complessivo.
Nella sezione relativa ai costi della produzione sono invece presenti tutte le voci relative agli stipendi dei giocatori (importi che pesano per una grande percentuale sul bilancio), staff e dipendenti del club, affitto dello stadio e delle strutture d'allenamento laddove non di proprietà, spese generali e infine la gestione passiva dei giocatori, componente anche in questo caso da monitorare attentamente, dato che può generare importanti minusvalenze e impattare in maniera rilevante sul bilancio d’esercizio.
In conclusione, una società di calcio virtuosa dovrebbe riuscire a finanziare i costi caratteristici con i ricavi caratteristici, mentre l’ammortamento dei cartellini dovrebbe essere coperto esclusivamente dai ricavi derivanti dal player trading: così facendo si avrà una gestione sana che non deve ricorrere all’espediente delle plusvalenze per finanziare l’intera attività sportiva della stagione; inoltre, ricorrendo meno al player trading e differenziando gli introiti caratteristici la società si espone anche a un minor rischio legato ai risultati sportivi, certamente più aleatori e meno prevedibili, riuscendo quindi anche a programmare le stagioni future.
(Fonte: Massimo Giardino, Dottore Commercialista e Revisore Legale, Valore Associati)